Chi ha sognato Laura Palmer?

 

Chi ha ucciso Laura Palmer? Le prime due stagioni di Twin Peaks hanno risolto questo enigma. A 25 anni di distanza David Lynch, per bocca di Monica Bellucci, ci chiede un’altra cosa: chi è il sognatore?  Domanda che contiene una risposta: Twin Peaks è il sogno di qualcuno.

Del resto, applicare le non-regole del sogno alla visione della serie è l’unico modo per dare un senso ai numerosi frammenti di storie e personaggi che hanno popolato le 18 parti della stagione conclusiva. Con le stesse non-regole si possono spiegare le vicende dei personaggi principali. Si può sognare di essere buoni o cattivi, di essere a Las Vegas o a New York, di scrivere messaggi già letti, di viaggiare nello spazio e nel tempo, di parlare con una caffettiera, di sentire Eddie Vedder in un locale di provincia, di assistere alla nascita del male o al coronamento di una storia d’amore.

Ma chi è il sognatore? Lynch cerca di portarci fuori strada, facendo svegliare Audrey in quello che sembra un ospedale psichiatrico e mettendo il volto di Cooper sullo sfondo del falso finale, ma non può darci la risposta corretta. Non può farlo perché la serie è il sogno e la fine della serie segna la fine del sogno. Non c’è spazio per nessuna spiegazione che – come quelle sul progetto Blue Rose – farebbe parte del sogno stesso.

L’urlo finale segna la fine dell’incubo e il nostro risveglio. Di certi personaggi sappiamo poco perché abbiamo visto poco (o non ricordiamo di aver visto altro), certe storie hanno avuto un lieto fine altre si sono concluse nel dramma, perché i sogni possono essere belli o brutti. I sognatori siamo noi, anche se il sogno non è nato nella nostra mente ma in quelle di Lynch e Frost, che ci hanno gentilmente invitati a condividerne la visione e a dare la nostra interpretazione di ciò che pensiamo di aver visto. Il loro sogno è così diventato anche nostro. Pertanto, alla domanda chi è il sognatore ognuno può rispondere: “anch’io ho sognato Laura Palmer”!