YOU (dai discorsi sulla rappresentazione del criminale nelle serie tv)

(attenzione spoiler)

You non è una bella serie. Non è una serie che consiglierei. Ma,  tra stereotipi, cliché, luoghi comuni e inciampi nella sceneggiatura, si possono individuare alcuni aspetti usabili nel lavoro di analisi della rappresentazione del crimine nell’immaginario collettivo attuale. Abbiamo scelto di guardare alle serie TV, definendole “la moderna versione del romanzo d’appendice” e YOU sembra aver avuto un discreto successo di pubblico.

Lo sceneggiato racconta della relazione tra Beck e Joe. Lo fa ammiccando ad un pubblico adolescente (tardoadolescente o per sempre adolescente), mettendo in primo piano l’uso dei social, gli smartphone, le chat, le confidenze tra amiche, l’erotismo facile e facilmente esibito.

Joe è un ragazzo modesto che lavora, come responsabile, in una libreria di New York. Trascorre le giornate tra gli scaffali, si muove con destrezza tra i libri, mostra una buona conoscenza dei classici  della letteratura ai quali si rivolge con rispetto. Rispetto che diventa amore verso le edizioni più antiche  e preziose.

Beck è una ragazza molto bella, figlia di un padre tossicodipendente che, risolta la dipendenza dall’eroina, è impegnato nella creazione di una nuova famiglia, alla quale, questa volta, sembra dedicarsi. BecK aspirante scrittrice che frequenta all’università  i corsi di scrittura creativa, versa in una precaria situazione economica  e vive in un appartamento di lusso grazie a una borsa di studio garantita dallo stesso professore che desidera avere con lei una relazione erotica. Insomma , sin qui la fiera degli stereotipi.

Ci sono poi una serie di personaggi comprimari che non vengono ben caratterizzati. Sono questi: le amiche benestanti di Beck, che vivono ad un livello di lusso e potere che  Beck non raggiunge, e al quale forse nemmeno aspira; il collega di lavoro di Joe, suonatore di balalaika in sovrappeso; la famiglia conflittuale che abita sullo stesso pianerottolo di Joe, alla quale appartiene il giovane Paco. Ancora nulla di nuovo.

Le puntate sono costruite con ampio spazio alla voce narrante che descrive i pensieri di Joe e che ci offre, in questo modo, la prospettiva del dialogo interno del protagonista. Attraverso la voce narrante si ha un accesso diretto e immediato alla mente di Joe. E la menta di Joe, vera protagonista della serie, è nella morsa dell’ossessione.

La narrazione si sviluppa sostanzialmente su due livelli, corrispondenti ai due fronti sui quali è impegnato Joe: il processo di seduzione di Beck e  la tutela di Paco. Come detto Paco è un bimbo che abita sul pianerottolo di Joe. Paco non sopporta l’aggressività delle liti tra la madre e il suo compagno, un uomo violento e abusante. Il ragazzino usa fuggire dal conflitto e dalla violenza sedendosi sui gradini delle scale. Joe gli offre del cibo, scambia con lui qualche parola, gli porta dei libri introducendolo alla lettura, consigliando tra quali pagine trovare conforto e ispirazione. Con Joe,  Paco incontra  il conforto onirico di Baum, si rispecchia nella consapevolezza di una infanzia negata con Dickens, incontra la resistenza e la tenacia di Melville, impara la vendetta, e forse anche la misericordia e il perdono,con Dumas. Joe offre a Paco hot dog e libri, anzi hot dog libri e cura, offre a Paco ciò di cui ha bisogno. Negli scambi è affettuoso e rassicurante, desidera proteggerlo dal dolore e dalla violenza che continua a crescere nel suo nucleo, cerca di colmare il vuoto delle sue relazioni familiari, si prende cura di lui in modo attento ed empatico, diventa una figura genitoriale positiva, un punto di riferimento importante.

Joe si offre anche alla madre di Paco, donna con problemi di dipendenza (da sostanza e affettiva), impegnata in una relazione pericolosa con un uomo violento e abusante, impigliata in una coazione a ripetere che la  distrugge progressivamente.

Ma veniamo alla relazione tra Joe e Beck, o meglio al percorso che porterà alla loro relazione, che è il principale fulcro narrativo della serie, nella quale si realizza la connotazione crime. Joe corteggia Beck in modo molto semplice: le offre ciò di cui ha bisogno. Offre le cose giuste al momento giusto. Joè è gentile, è rassicurante, sostiene la sua autostima,  é presente ma non invadente, riesce a realizzare i suoi desideri senza apparentemente anticiparli. In realtà la voce narrante, che ci partecipa pensieri e riflessioni, ci mostra con chiarezza il lucidi calcoli e le spietate strategie volte a raggiungere lo scopo ultimo, insindacabile  e pervasivo: avere una relazione con Beck.

Ogni ostacolo che si frappone tra Joe e Beck viene sistematicamente rimosso. In che modo? Amici e conoscenti che in qualsiasi motivo ostacolano il procedere di Joe verso Beck, cadono uccisi. Joe uccide gli affetti di Beck, mostrando l’efferatezza dell’omicida seriale, in una dimensione affettiva distorta, motivato dal desiderio di difendere la sua amata da chi intorno non la rispetta o semplicemente parla di lei in modo irriverente.

Joe uccide senza colpa perché lo fa per il bene di Beck, perché uccidere è necessario alla realizzazione della sua missione. L’amore per Beck, vissuto come totale e incondizionato dal protagonista, si esprime nella assoluta mancanza di empatia e con la perdita dell’esame di realtà. Per proteggere Beck, e averla, Joè ne uccide il fidanzato e la migliore amica. La sofferenza che provoca a Beck ha un solo senso per lui: aprire spazi di consolazione e dunque di intimità, oltre che, ovviamente, eliminare concretamente figure competitive.

I pensieri e le azioni di Joe sono quelli di una personalità fortemente disturbata. Egli esercita un controllo ossessivo su Beck, ne osserva i movimenti nascosto tra le siepi fuori dal suo appartamento, studia la sua vita attraverso facebook,  ne spia le conversazioni dopo averle rubato il telefonino, prende contatti con gli amici di lei per avere accesso alle sue relazioni sociali. Le strategie manipolative e ingannevoli si realizzano anche grazie ai social, che in questa serie davvero si mostrano nella loro pericolosità quando usati come comunemente quasi tutti facciamo, cioè con superficiale inconsapevolezza. Foto, post e commenti sono usati per avere accesso al  passato e alle routine delle vittime, per indurre comportamenti, per orientare gli eventi.

Joe entra nella vita di Beck divenendone il regista. Arriva a condividerne anche l’analista. Apro qui una parentesi: l’analista di Beck, per inciso, non fa una gran servizio alla categoria, sembra non accorgersi della manipolazione che Joe pone in essere, si accende uno spinello durate una seduta, ha un rapporto sessuale con Beck e, per finire, svolge un lavoro terapeutico di scarsa efficacia. L’altro, nella sua volontà e autodeterminazione non è riconosciuto e quando gli eventi non garantiscono il successo immediato, Joe sa trasformare le sue strategie, attendere che i tempi maturino. Egli analizza, calcola, pianifica, attende. La violenza agita, l’omicidio, non è frutto di una perdita di controllo, è invece scelta razionale e funzionale agli obiettivi.

Voglio però mettere in evidenza due aspetti che rendono a mio avviso interessante il prodotto televisivo.

I tratti perversi, ossessivi, antisociali di Joe sono sottesi da un desiderio facilmente condivisibile: il desiderio di essere amati e non essere traditi. Questo volere, cosi semplice, comune e condivisibile, si esprime e cerca di essere realizzato con modalità fortemente patologiche. I meccanismi di difesa sono rigidi e disfunzionali. Pensiero e comportamento seguono schemi rigidi, inflessibili. La negazione e la scissione permeano il pensiero di Joe. L’oggetto d’amore – Beck- è estremamente idealizzato, ma considerando l’aggressività che su di lei di fatto viene ad essere esercitata (entourage decimato con grottesca facilità) sorge spontaneo chiedersi se tale idealizzazione di fatto non sia una formazione reattiva, trasformazione del dolore che vive la patologia di Joe nell’incontrare l’individuo sufficientemente sano. Forse per Joe avere il corpo e l’amore di Beck significa anche poterne usare le funzioni di pensiero e dunque “guarire”.

L’altro aspetto che trovo interessante è il procedere parallelo di un secondo piano narrativo, in cui Joe si prende cura di Paco in modo amorevole. Dove i genitori di Paco non arrivano c’è Joe, che con il suo calore, i suoi consigli la sua empatica presenza da a Paco la forza per resistere in un sistema familiare drammaticamente fragile e pregiudizievole. Joe diviene la figura paterna che Paco non ha. Con Paco Joè è sano, lucido, ragionevole. Joe non ha un disturbo dissociativo di personalità multipla, Joe è sempre Joe.  Un personaggio complesso con livelli complessi di funzionamento. Joè è l’efferato omicida seriale capace di accompagnare un bambino nella sua crescita, un collega di lavoro affidabile, un amico sincero. Se mai sarà arrestato i vicini diranno “una brava persona”.

C è un aspetto, infine, che attribuisce valore all’intreccio. La patologia di Joe colpirà anche Paco, aprendo lo sviluppo ad una possibile trasmissione intergenerazionale della malattia mentale. Questo accade quando Joe, vedendo Paco aggredito dal compagno della madre, non si limita a proteggere il ragazzo fermando l’aggressore, ma uccide l’uomo, in accordo con la sua incapacità di autoregolarsi e applicando i suoi rigidi schemi che lo spettatore già aveva incontrato nella vicenda con Beck. Questo assassinio, che nella distorta realtà di Joe è necessario alla protezione di Paco, trasforma l’alleanza tra il ragazzino e Joe. Se prima quel rapporto serviva a Paco per crescere, per evolvere, ora è condanna al silenzio, all’omertà, al segreto doloroso e colpevole. Come negli incubi Paco si ritrova complice senza aver scelto da che parte stare, scegliendo di stare dalla parte del serial killer, scegliendo, come fanno i bambini, di stare dalla parte di chi li ama, anche se in modo sbagliato. Alla fine della prima stagione il cerchio si chiude e la storia si ripete, Paco ha ricevuto, come dono d’amore la patologia di Joe, come Joe a sua volta la ebbe da chi si prese cura di lui, bambino abbandonato, salvandolo e condannandolo insieme.